Aida

Libro di sala inclusivo

Giuseppe Verdi

Introduzione

Aida
di Giuseppe Verdi


Opera in quattro atti.

Libretto di
Antonio Ghislanzoni

Questo è il libro di sala accessibile per Aida di Giuseppe Verdi.
È corredato di versione audio per i testi, audio descrizioni per le immagini, video in LIS, lingua dei segni italiana. I testi possono essere ingranditi a piacimento dall’utente e si può selezionare una visualizzazione con maggior contrasto.
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Introduzione

Trama

Primo atto


A Menfi soffiano venti di guerra. Ramfis informa Radamès che gli etiopi stanno per invadere l’Egitto. Il giovane spera di ricevere il comando supremo dell’esercito ed apparire valoroso agli occhi della donna che ama in segreto: Aida, una schiava etiope al servizio di Amneris, la figlia del faraone. Anche la principessa egizia è innamorata di Radamès e sospetta di avere nella schiava una rivale. Un messaggero conferma l’invasione degli etiopi guidati dal Re Amonasro, padre di Aida. Il Faraone annuncia che l’oracolo ha scelto il condottiero supremo, Radamès. Aida, rimasta sola, è contesa tra passioni inconciliabili: augura la vittoria a Radamès e spera, allo stesso tempo, che Amonasro distrugga le truppe egizie.Ramfis, Radamès, sacerdoti e sacerdotesse.

Il palcoscenico è costituito da una grande piattaforma riflettente ed inclinata. Al centro è posizionata una grande mano meccanica di oltre venti metri, di metallo. La mano è circondata da luci al laser, di colore blu, che si innalzano in diagonale. Sopra al palcoscenico, perpendicolare rispetto alla mano, è sospesa una sfera di colore argento da cui si diramano altre luci al laser di colore blu. Le luci scendono sul palcoscenico, in diagonale, disegnando sopra di esso una grande piramide. Di fronte alla mano si trovano, in piedi, Ramfis e Radamès, mentre alla loro destra e alla loro sinistra sono allineati sacerdoti e sacerdotesse, vestiti con lunghe tuniche bianche. Sostengono delle lance alla cui sommità sono inserite delle mani bianche di cartapesta, aperte; sul palmo, rivolto verso la platea, è disegnato l'occhio sinistro del dio falco Horus. Davanti al palcoscenico, al lato sinistro e destro, sono posizionate due piattaforme più piccole, non inclinate, su cui si trovano, in piedi, dei figuranti: indossano delle lunghe tuniche, di colore bianco nella parte inferiore e nero in quella superiore. Hanno il capo e il volto coperti da maschere che rappresentano divinità egizie, tra cui il dio Anubi, con la testa di uno sciacallo. Dietro al palcoscenico sono presenti le gradinate concentriche che compongono la struttura dell’arena e il cui bordo è illuminato da led bianchi. Su quelle di destra è adagiata, come fosse una rovina, una colonna corinzia, mentre su quelle di sinistra sono presenti i rottami di macchine avveniristiche.

Primo atto
Ramfis, Radamès, sacerdoti e sacerdotesse.

È in piedi, al centro del palcoscenico. Indossa una tuta bianca, a maniche lunghe, interamente coperta da una tunica smanicata. La tunica è composta da un ampio colletto a strisce bianche, rosse, blu e gialle, da cui partono tanti fili degli stessi colori, che coprono interamente la figura di Aida, fino ai piedi. Ha i capelli neri, con alcune ciocche rosse, tirati indietro e fermati dietro alla nuca da uno chignon. Ha la fronte truccata di rosso e di lilla, decorata con dei glitter colorati. I lati del collo sono decorati da glitter color argento, che formano una sorta di “V” rovesciata.

Primo atto
Aida.

Secondo atto


Amneris mette alla prova i sentimenti di Aida e, ingannandola con falsa amicizia, le comunica che Radamès è morto in battaglia. La disperazione di Aida trasforma i sospetti in certezza. Amneris svela l’inganno: Radamès è vivo e anche lei ne è innamorata. Poco dopo, un corteo trionfale entra a Tebe, celebrando il vittorioso Radamès, e il Re si impegna ad esaudire ogni suo desiderio. Sfilano anche i prigionieri etiopi, tra i quali Amonasro che, fingendosi un ufficiale, chiede clemenza per gli ostaggi. Ramfis invita a non avere pietà, mentre Radamès chiede libertà per gli sconfitti. Il Re trova un compromesso: Aida e Amonasro resteranno in Egitto come garanzia di pace, tutti gli altri saranno liberati. Si annunciano quindi le nozze tra il trionfatore e Amneris.

Il palcoscenico è ancora dominato dalla grande mano, illuminata da fasci di luce bianca e circondata da dense nuvole di fumo. In fondo al palcoscenico, a destra, si intravedono le lance con le mani bianche, mentre a sinistra delle lance con delle mani nere, sempre di cartapesta. Di fronte alla grande mano, dei danzatori e delle danzatrici occupano tutta la superficie del palcoscenico. Sono in piedi, rivolti verso sinistra: sia la gamba destra, sia le braccia sono protese in avanti. Sono vestiti con delle tute color carne, aderenti, decorate con disegni di geroglifici neri. Sopra alla tuta indossano una scintillante rete color argento, decorata con cristalli, mentre in testa una cuffia, sempre color argento.

Secondo atto
Danzatori e danzatrici.

Aida è in ginocchio, al centro del palcoscenico. Dietro di lei Amneris, in piedi. Aida indossa una tuta nera, a maniche lunghe, interamente coperta da una tunica smanicata. La tunica è composta da un ampio colletto a strisce verde chiaro, verde scuro e blu, da cui partono tanti fili degli stessi colori, che coprono interamente la figura di Aida, fino ai piedi. Ha i capelli neri, legati con una lunga treccia. Ha la fronte truccata e i lati del collo decorati dai glitter. Amneris indossa una casacca lunga fino ai piedi, di colore rosso bordeaux, tenuta aperta, e decorata da fili di pietre dello stesso colore, che riflettono la luce. Sotto indossa un abito di colore rosso bordeaux, lungo fino ai piedi. In testa indossa un alto copricapo nero a forma di cilindro, che si allarga leggermente nella parte superiore, e decorato da fili di pietre di colore nero. Indossa anche dei guanti di colore nero e ha gli occhi truccati dello stesso colore.

Secondo atto
Aida e Amneris.

Terzo atto


Amneris è nel tempio di Iside per pregare alla vigilia delle nozze. Arriva anche Aida, che ha un appuntamento con Radamès. Sopraggiunge Amonasro, che progetta un’imboscata contro l’esercito egizio. Si è accorto del legame tra Aida e Radamès e approfitta dei sentimenti della figlia per la sua vendetta. Le promette il ritorno in patria ma a un patto: dovrà farsi dire dall’amato il percorso delle truppe egizie. Plagiata, Aida riesce a convincere Radamès, che svela l’informazione desiderata, ma Amonasro esce allo scoperto e rivela la sua vera identità, vanificando così tutto. La situazione precipita. Amneris esce dal tempio e grida al tradimento. Amonasro si scaglia contro di lei per ucciderla ma Radamès glielo impedisce e, consegnata la spada a Ramfis, si fa arrestare, mentre Aida fugge col padre.

Il palcoscenico è ancora dominato dalla grande mano, illuminata da fasci di luce bianca e circondata da dense nuvole di fumo. I danzatori e le danzatrici sono in piedi, l’uno accanto all’altra, e occupano il centro del palcoscenico. Sopra alla tuta indossano ora una lunga tunica di tulle bianco. In mano stringono un lungo bastone illuminato di bianco, simile ad una spada laser, che rivolgono verso l’alto.

Terzo atto
Danzatori e danzatrici.

Quarto atto


Amneris, colpita nell’orgoglio, è combattuta tra il desiderio di salvare Radamès e di distruggerlo. Lo fa condurre in sua presenza e lo supplica di discolparsi; lei chiederà la grazia al Re. Radamès rifiuta e, avendo perduto Aida, preferisce la morte. Resiste alle lusinghe di Amneris anche quando questa gli rivela che Aida è ancora viva e gli promette la salvezza se rinuncerà all’amore della schiava. Radamès viene ricondotto nella prigione e dopo poco arriva la condanna: Radamès sarà sepolto vivo. I sacerdoti chiudono Radamès sotto la pietra tombale ma ad attenderlo c’è Aida, entrata di nascosto per morire con l’uomo che ama mentre Amneris, sconfitta, invoca la pace.

Radamès e Aida, in ginocchio l’uno accanto all’altra, sono all’interno di una struttura in ferro a forma di piramide, che ricorda quella del Louvre. Sono entrambi vestiti di bianco e tendono le mani in avanti. Aida ha la fronte truccata di rosso chiaro e di lilla, decorata con dei glitter colorati, mentre quella di Radamès, al centro, è decorata con una piccola riga nera.

Quarto atto
Radamès e Aida.

Sono in piedi, al centro del palcoscenico, di fronte alla piramide, e si tengono per mano. Indossano una ampia casacca, lunga fino ai piedi, di colore bianco, tenuta aperta. Sotto, entrambi indossano un abito dello stesso colore, lungo fino ai piedi. Aida ha i capelli neri tirati indietro, fermati dietro alla nuca da uno chignon, e la fronte truccata di rosso chiaro e di lilla, decorata con dei glitter colorati. Radamès ha i capelli neri, corti, e la barba. La fronte, al centro, è decorata con una piccola riga nera.

Quarto atto
Aida e Radamès.

Trama

Personaggi

Il Re [basso]
Amneris, figlia del Re [mezzosoprano]
Aida, schiava etiope [soprano]
Radamès, capitano delle guardie [tenore]
Ramfis, capo dei sacerdoti [basso]
Amonasro, re d’Etiopia e padre di Aida [baritono]
Un messaggero [tenore]
Sacerdotessa [soprano]


Sacerdoti, Sacerdotesse, Ministri, Capitani, Soldati, Funzionari, Schiavi e Prigionieri Etiopi, Popolo egizio

Personaggi

Note di regia

La storia di Aida è quella di un mondo in guerra, che divide in nemici mortali due popoli fratelli e vicini. La guerra è infatti il sottofondo di tutto lo spettacolo, che termina però in un sussurro, quello della pace.

Il regista Stefano Poda vede infatti Aida come “un viaggio dantesco, da un inizio infernale a un finale di visione celeste”: l’inizio dell’opera presenta una serie di tensioni e conflitti estremi, paragonabili ad una perdizione infernale, e la storia dei protagonisti è come un viaggio attraverso varie fasi, che termina in un’ascesa verso la liberazione, verso una sorta di paradiso.

Altri elementi in Aida rappresentano polarità opposte. La religione, descritta come un fattore di profonda unione e al contempo di grande violenza; Eros e Thanatos, con il primo che rappresenta la pulsione alla vita, mentre il secondo l’istinto di morte e distruzione.

L’allestimento ideato dal regista Poda riflette quindi questo dualismo ed è concepito come una installazione d’arte e che rappresenta un mondo fatto di acciaio, argento, specchio, vetro e trasparenze. Un mondo freddo e puro, etereo e spietato, e al contempo tecnologico, grazie all’utilizzo di LED e laser che creano delle piramidi virtuali. Il palcoscenico è dominato, su una piattaforma riflettente ed inclinata, da una grande mano meccanica di metallo, in grado di articolare le falangi. Questa mano è il monumento all’uomo nella sua dimensione più alta, nella quale deve scegliere come utilizzare le proprie infinite possibilità: per il bene, o per il male. È circondata da tante mani più piccole, nere a sinistra e bianche a destra, inserite su delle lance. Rappresentano la costruzione e distruzione, vengono utilizzate per eseguire gesti sacri, ma anche per uccidere. Dietro al palcoscenico, sulle gradinate di destra, è adagiata in pezzi, come una rovina, una colonna corinzia, mentre sulla sinistra sono presenti i rottami di macchine avveniristiche: rappresentano le conseguenze tragiche delle guerre di ogni tempo e dell’utilizzo dannoso della tecnologia.

Note di regia

Credits

Realizzazione tecnica
Tadao Agency.

Testi delle descrizioni
Elena Di Giovanni, Francesca Raffi.

Video LIS
In collaborazione con Ente Nazionale Sordi, Consiglio Regionale Veneto.

Voci:
Alberto Onofrietti (testi);
Sonia Barbadoro (descrizioni).

Disclaimer

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